Divergente chi? Divergente come?

Esempi di divergenza applicata 1: le serie televisive.

Sul vocabolario il significato di divergere è definito come allontanarsi, deviare. Applicato ad una caratteristica umana precisa, allora, da cosa ci si allontana? Da cosa si devia? Una persona o un comportamento divergente, come sono? In cosa consistono? Essenzialmente nel deviare o nello spostarsi da una regola, da una norma. Una regola prestabilita, una norma sociale, o scientifica, o artistica. L’arte, per eccellenza, è una costante deviazione dalla norma. Le regole esistono per essere superate, così dicono molto artisti. Quindi, il pensiero divergente coincide spesso con il pensiero creativo. Ma anche un altro elemento fondamentale della nostra vita non segue quasi mai le regole umane, e questo elemento è l’amore. Sono gli umani che, quando ci riescono, seguono le regole dell’amore, che non ne ha, perché l’amore è pura spontaneità, quando è amore, e la spontaneità segue il momento presente senza preconcetti o predefinizioni. Quando mettiamo le regole all’amore, l’amore sparisce. Eppure, la società che conosciamo tende costantemente a porre regole, magari intuitive, come per utilizzare un computer o uno smartphone, però sempre regole, anche se algoritmiche.

Se facciamo mente locale, ci accorgiamo, però, che molto spesso le persone più amate sono proprio quelle divergenti. Davvero? Se l’amore è divergente … e spesso riescono ad avere anche molto successo. Facciamo qualche esempio, solo alcuni tra i numerosi possibili.

Cominciamo dai personaggi televisivi che hanno determinato il successo di una serie:

Il famoso Dottor House, irriverente, provocatorio, non rispetta le regole, apparentemente distaccato, ma anche quello che ha più a cuore di tutti la salute del paziente ed è geniale nel trovare le soluzioni alle malattie più strane applicando proprio il pensiero divergente, infrangendo regole e norme, convenzioni e leggi sociali. Estremamente sensibile nell’intuire i comportamenti reali dei pazienti al di là delle loro costanti menzogne, che utilizzano per proteggere i loro segreti, che li metterebbero in imbarazzo. Sincero oltre ogni rispetto convenzionale, ha la capacità di giungere al punto cruciale delle cose, da cui riesce a intuire il percorso per la guarigione. Colpisce in profondità l’animo umano, senza ritegno, e per questo si fa dei nemici, riesce ad irritare colleghi, superiori, collaboratori e pazienti, eppure il pubblico lo ha amato, o comunque lo ha seguito per molte stagioni nelle sue peripezie in un mondo ostile, condizionato, che non lo comprende e che non comprende le dinamiche umane nella loro verità essenziale, preferisce schermarsi nelle regole e nelle menzogne, nelle apparenze. House mostra il “re nudo”, e lo fa vergognare, e lo svela agli spettatori, che rimangono ogni volta sorpresi, e affascinati, dalla verità? Dal genio? Dal coraggio? Però, il dottore divergente finirà in un ospedale psichiatrico.

A ruota del dottor House, realizzato dagli stessi produttori, abbiamo il giovane medico autistico protagonista della serie The good doctor. Un divergente per eccellenza, il protagonista autistico con la Sindrome del savant,  applica percorsi analitici e deduttivi che nella maggior parte dei casi vanno contro le regole e la logica, ma che alla fine riescono a risolvere i vari casi difficili in cui si trovano i pazienti. Frequentemente bistrattato e sottostimato a causa della sua peculiarità anomala, riuscirà a far valere la sua visione del mondo su quella convenzionale e condizionata da regole e strutture prestabilite da seguire. Lui ci mostra i limiti dei preconcetti e del pensiero lineare, ci esorta a liberare la mente ed i sentimenti da tutto questo, per trovare le soluzioni oltre il muro di confine.  Il suo pensiero è molto simile a quello che Edward De Bono ha definito il pensiero laterale, che milioni di persone al mondo hanno cercato di imparare ad applicare nelle varie attività della vita, comprese quelle commerciali. In realtà, De Bono non è l’inventore assoluto di tale metodologia, se andiamo ad indagare. L’ha sviluppata e adattata alla cultura occidentale. Prima di lui, in Oriente, la disciplina zen interagiva con il mondo attraverso una forma di pensiero laterale, o divergente, che è quello che si oppone alla logica, al pensiero deduttivo lineare, al razionalismo, e che invece fa uso del paradosso e del percorso contrario alle regole mentali condizionanti, per scoprire ciò che la vita sembra ci nasconda e ci neghi, per abbandonarsi all’intuito e alla spontaneità, alla libertà naturale d’azione.

Inoltre, per tornare all’ambito scientifico, recenti studi effettuati sul cervello di Albert Einstein, che venne asportato e conservato dopo la sua morte per essere analizzato, hanno rilevato come questo somigli in parte al cervello di un autistico. C’è da chiedersi se gli anormali siano i normali, visto anche che, sempre da indagini scientifiche, è stato provato come gli esseri umani usino solo il 7% delle potenzialità celebrali. I geni ne usano una maggiore percentuale, ma mai l’intera capacità per cui è strutturato. Sta di fatto che la mente geniale, come quella di Einstein, non segue le normali regole deduttive o logico matematiche, piuttosto trova la soluzione attraverso rappresentazioni mentali di tipo geometrico, che hanno permesso allo scienziato di arrivare alla teoria della relatività, teoria che ha messo in discussione tutte le teorie fisiche classiche e ha aperto una prospettiva rivoluzionaria.

Per riprendere il percorso con i nostri personaggi televisivi e restare nel campo della mente, come non ricordare The mentalist, che conosce molto bene proprio gli inganni della mente, gli schemi mentali che generano comportamenti prevedibili, su cui lui può agire ed intervenire per risolvere casi di omicidio. Riesce a mettere in scacco tutti questi processi mentali predefiniti, precostituiti proprio perché li conosce, ne prevede il comportamento, gli tende tranelli, in cui la mente cade perché non trova più punti di riferimento, non riconosce più le regole del gioco. Patrick Jane, il protagonista, sposta costantemente il campo d’azione, usa trucchi per mettere in contraddizione i processi mentali convenzionali, usa un comportamento fuori dalla norma, commette infrazioni, le quali lo aiuteranno a ottenere il suo scopo, che è poi quello del bene comune, scoprire il colpevole e ottenere prove per incriminarlo. Anche lui, come House, appare irriverente, irrispettoso, ma in realtà sta solo dicendo la verità, quello che altri non dicono per pudore o timore delle regole sociali, lui ha il coraggio di farlo, agendo in modo divergente, non rispettando le regole, messe lì per impedire di arrivare proprio alla verità delle cose.

Un classico personaggio divergente, le cui vicende sono raccontate con una tecnica narrativa altrettanto divergente, è il Tenente Colombo. Qui il concetto di divergenza coinvolge, appunto, sia le caratteristiche del personaggio, che della narrazione. Per la prima volta appare sullo schermo un poliziotto che non corrisponde ai canoni tradizionali, ma che al contrario li infrange tutti, tranne l’acume. È un personaggio apparentemente sciatto, pasticcione, malvestito, ingenuo, ma, al contrario, tutto questo fa parte del suo “travestimento”, della sua schermatura per trarre in inganno il colpevole, che lui intuisce fin dall’inizio e che, con la costanza di un cinese, non mollerà fino a quando non riesce a farlo tradire. Non è il poliziotto pieno di sé, sicuro, talvolta arrogante, eroico, spericolato, determinato, e così via, come i romanzi, il cinema, i fumetti e i vari stereotipi ci hanno abituato a conoscere. Colombo è un anti-eroe, non è ammirevole, ma è simpatico, è a dimensione umana e al tempo stesso sovrumana, vista la sua capacità di intuizione e deduzione eccezionale. A differenza di molti suoi colleghi, lui si concentra sulle piccole cose, sui dettagli insignificanti, quelli che pochi prenderebbero in considerazione, quelli che in genere non sono rilevanti in una storia poliziesca. Anche Colombo, è un personaggio al contrario che si muove al contrario, così come la struttura narrativa, divergente, che mostra fin dall’inizio il colpevole. Il fascino dell’indagine viene così capovolto: non più un percorso per scoprire il colpevole, ma una ricerca per far collimare tutti gli elementi, i dettagli, che potranno farlo incriminare. Una storia che procede al contrario. Si sa già tutto, nella sostanza, ma mancano quei particolari che verranno scoperti e verranno fatti collimare progressivamente. Come in una sorta di puzzle, di cui conosciamo l’immagine finale, ma che dobbiamo ricostruire attraverso i suoi frammenti.

L’acclamata serie televisiva comica The Big Bang Theory, ruota in gran parte intorno al personaggio di Sheldon, un giovane scienziato di talento che però presenta in sé una lunga serie di manie e fobie derivate dalla sindrome di Asperger, vicina all’autismo. In particolare, non comprende e rifiuta tutta una serie di regole e convenzioni sociali. In lui sono esasperati molti aspetti negativi umani, quali l’egoismo e l’egocentrismo, l’attaccamento ai propri oggetti e alle proprie abitudini, l’imposizione delle proprie regole, così esasperati che costruiscono un personaggio fuori dalla norma, soprattutto perché tutti questi suoi aspetti generano situazioni comiche, paradossali, grottesche e mettono in ridicolo la sostanza degli aspetti stessi che si possono trovare separati in molti di noi, seguendo il principio comico classico. Quindi, la comicità, esasperando determinate caratteristiche umane, utilizza un’operazione divergente, quella che ci fa sorridere, ma anche prendere coscienza. Questo, sembra piacerci. Sheldon, però, non è in grado di comprendere il sarcasmo e l’umorismo, è rimasto ingenuo, non ha sviluppato alcuni aspetti del linguaggio umano, così non comprende o rispetta alcune convenzioni sociali, quali scambiarsi doni, usare frasi di circostanza, avere contatti fisici.  Anche Sheldon non rispetta le regole, e ne segue altre, che invece gli corrispondono, in modo esasperato, è un divergente capace di genialità, come le sue straordinarie equazioni, che racchiude in sé sia le caratteristiche di un adulto che quelle di un bambino. Ciò, secondo alcune teorie, corrisponde esattamente a quello che tutti noi siamo, solo che le convenzioni sociali, le regole, ci hanno insegnato a nasconderlo.

 

Potrebbero interessarti

Copertitna Un ombra è soltanto un ombra WEB

Leandro Giribaldi, UN’OMBRA E’ SOLTANTO UN’OMBRA

Ventotto maestri del passato raccontano che cos’è – per loro – il cinema. Con umiltà, orgoglio, reticenza, perentorietà, contraddizioni: quello che c’è dietro la scelta di un soggetto, di un’inquadratura, di un certo tipo di illuminazione, della recitazione di un’attrice o di un attore, del montaggio, di un particolare...

Copertina Lividi d’angoscia Web Ombra

Elena Cardona, Lividi d’angoscia

Un viaggio emotivo, attraverso la poesia e l’illustrazione, nella mente di una ragazza che convive da anni con il disturbo borderline di personalità   Un progetto originale dedicato alla produzione giovanile, che vede la collaborazione di una poetessa e di un artista visivo. In origine esisteva un libro di...

Copertina FAllendo si impara Web

Laura De Benedetto, FALLENDO SI IMPARA

Si impara di più dai fallimenti che dai successi, perché sono gli errori che ci fanno crescere.   Fallendo si impara è un libro a due facce: quella che racconta casi umani, con cui entrare in empatia, o con cui, in parte, identificarsi, percorrere le emozioni e i sentimenti,...

»