Tutto è stato già detto, eppure è come se non lo sapessimo

Tutto è stato in qualche modo già detto e, come sostiene il copywriter James Webb Young

Un’idea non è altro che una nuova combinazione di vecchi elementi.

Così una novità, secondo questa teoria, non è altro che una combinazione diversa di elementi conosciuti. Ciononostante, l’umanità si pone continuamente domande, forse proprio perché le combinazioni tra gli elementi esistenti sono infinite. O forse perché le risposte hanno numerose combinazioni interpretative.

In origine, gli esseri umani conoscevano le risposte alle proprie domande sulla vita e sul rapporto con l’Universo? Qualcuno afferma che le risposte esistono prima delle domande, lo afferma anche Google in un suo annuncio pubblicitario on line.

Una condizione molto particolare per la nostra civiltà, strutturata per dare continuamente risposte, soluzioni, organizzata in modo che le domande vengano spontanee, vengano incoraggiate per conoscere di più.

Questo di più, però, non è provato che sia sostanziale. L’importante è domandare, perché se domandi ragioni, se domandi puoi prendere coscienza, anche se prendere coscienza è un percorso lungo e faticoso.

In effetti, di consapevolezza individuale e collettiva non sembra ci siano molte tracce, altrimenti non si assisterebbe a un aumento della paura, della violenza, del disagio, della depressione, delle malattie.

Sarebbe facile vivere in uno stato più sereno e agiato, con tutta la ricchezza che la nostra società occidentale, e ora anche orientale, mette a disposizione. Basta entrare in un supermercato per renderci conto di quanta ricchezza c’è intorno a noi, e anche di quanti furti sono stati operati dalla nostra civiltà, dal momento che due terzi del mondo soffrono di ipo-nutrizione. Ma noi continuiamo a cercare le risposte alle nostre domande, quando le risposte sono davanti ai nostri occhi.

Infatti, oltre agli svariati generi alimentari, noi abbiamo a disposizione un’infinità di informazioni e di risposte per ogni tipo di domanda, eppure è come se non ne tenessimo conto, come se fossimo a scuola, obbligati ad ascoltare e studiare nozioni vecchie e poco funzionali alla nostra vita. Non solo, ma noi possiamo contare su di un immenso serbatoio di risorse per comprendere la vita, quella nostra e quella in relazione con gli altri, quella nostra e quella in relazione con l’Universo e le forze naturali, o sovrannaturali. Informazioni e insegnamenti che possiamo trovare anche gratuitamente su internet. Un esempio di primo livello di conoscenza: gli aforismi e le frasi sagge tratte da grandi uomini e maestri di tutti i tempi sugli argomenti più importanti.

Viviamo immersi nelle risposte, e allora si può dedurre che sia vero che ci sono prima le risposte delle domande, perché quando facciamo una domanda, ancora prima di formularla esiste già il libro, o comunque la fonte, dove trovarla. Basta solo cercare la fonte, ed è più facile che cercare la risposta.

Abbiamo risposte in tema di conduzione di vita e di relazioni con gli altri, spesso, però, vanno interpretate, ed è questo concetto di interpretazione che viene usato spesso per sfuggire alle risposte, perché per interpretarle, in realtà, avremmo dovuto imparare da altre risposte, talvolta da interpretare.

Forse è proprio questo concetto di interpretazione che condiziona il valore e la funzione della risposta. Interpretare diventa un atto mentale, principalmente, più di rado un atto intuitivo. Interpretiamo l’interpretazione, e la risposta diventa sempre più impalpabile. Diventa una catena infinita e un pozzo senza fondo.

La stessa regola vale per i vari codici civili e penali, per l’economia, per il marketing, dove esistono migliaia di testi eppure l’economia non va bene e il marketing è spesso fallimentare, perché tutto questo è legato al cambiamento delle combinazioni di altre risposte. E il cambiamento delle implicazioni sociali e tecnologiche è sempre più accelerato, in contrasto con i codici di interpretazione delle risposte contenute in testi e fonti di vario genere, nonché nelle esperienze messe a disposizione da chi le ha sperimentate.

Un po’ come accade con gli aggiornamenti dei programmi informatici e digitali, che quando ne cambia uno, questo, di conseguenza, influisce su tutta un’altra serie di programmi che interagiscono con il primo. Un cambiamento costante. Eppure in una società del cambiamento costante, sembra che le leggi collettive non riescano a cambiare. Il disagio perdura, così come le malattie e le difficoltà di vario genere, la felicità umana non è materia d’esame, la libertà è condizionata.

Conosciamo ogni risposta, ogni soluzione per cambiare e per prendere coscienza, ma è come se annegassimo nel mare delle nuove combinazioni, come se non trovassimo l’orientamento.

Una società che si rinnova costantemente, ma che mantiene alla base regole feudali. I concetti sono sempre quelli che da anni ci sono stati passati da uomini e donne evolute per indicarci semplici risposte di vita, concetti che continuano, in forme più aggiornate, ad essere ripetutamente comunicati per una evoluzione e una consapevolezza collettiva. Concetti che sembrano condivisi da tutti, ma che in realtà solo pochi capiscono nella loro essenza applicativa.

Noi di Campi Magnetici, ad esempio, abbiamo realizzato un video speciale con la funzione di diffondere concetti forti per la condizione sociale e culturale che attualmente stiamo vivendo. Un video per stimolare le coscienze, per far risuonare delle corde interiori su una condizione collettiva. Non siamo certo i primi né gli unici a proporre questi concetti o a realizzare questo tipo di video. A maggior ragione, proprio perché sono stati prodotti video sulla stessa onda, emerge quante informazioni e stimoli per la coscienza si abbiano a disposizione, addirittura in sovrabbondanza, e la sovrabbondanza molto spesso ha gli effetti della carenza, perché ogni azione fuori misura produce effetti contrari agli scopi o ai contenuti.

Nel nostro video non facciamo altro che accoppiare delle immagini, non didascaliche, a delle frasi dette da personaggi storici e attuali molto conosciuti, come Gandhi, Mandela, Dalai Lama, Luther King, Einstein, e altri. Sono frasi che prese in sé possono, a nostro avviso, risultare forti, talvolta rivoluzionarie, nonostante la maggioranza siano legate ad un tempo passato, ad azioni passate. Possono ancora, e forse più che mai, contenere un valore morale, politico, sociale, culturale e che contribuiscono, se comprese e interiorizzate, a un accrescimento della coscienza individuale.

Frasi antiche, si potrebbe dire vecchie, o acquisite, eppure ancora terribilmente attuali.

Come mai non sono in realtà invecchiate? Come mai non è cambiato molto da allora, se se ne sente ancora il valore e la necessità? Se fossero concetti superati non ne sentiremmo l’attualità, non sarebbero pubblicati su innumerevoli siti internet.

Cosa significa, che pur sapendo le risposte è come se non ne tenessimo conto? Oppure che non sono risposte condivisibili? Che abbiamo bisogno di un ripasso per rinfrescarci la memoria? O che non sono mai entrate veramente dentro di noi? Oppure che tra la presa di coscienza e l’azione c’è di mezzo un abisso che le separa?

Infatti, una delle frasi che abbiamo preso, è di Martin Luther King, affronta proprio questo tema:

Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla.

Le risposte sono quindi dei coraggiosi? Quelli che poi sanno applicare l’indicazione avuta? Che cosa impedisce questa applicazione? La risposta? La risposta esiste, è davanti ai nostri occhi. E probabilmente non è una risposta univoca.

Le risposte più efficaci, quasi come una legge di natura, sono spesso quelle che non sono elaborate dal filtro mentale, sono quelle che arrivano intuitivamente, oppure, al contrario, quelle che non passano dalla coscienza, ma dall’inconscio, come nella pubblicità ai tempi del suo massimo splendore.

Allora, le risposte hanno effetto solo se non passano dalla mente? Un po’ come nella pratica zen, dove non si può fare uso della mente perché è condizionata, ma si può acquisire la consapevolezza solo attraverso l’intuizione, che devia rispetto alla mente, attraverso il sentire, senza interrogarsi freudianamente sul processo interiore.

Serve farsi domande? Oppure basta semplicemente seguire il proprio intuito e trovare le risposte prima di porsi le domande?

Il nostro corpo sa cosa è necessario per lui, il nostro corpo ci comunica messaggi che nella maggioranza dei casi noi non percepiamo o non ascoltiamo. Se seguissimo l’energia totale del nostro corpo, saremmo indirizzati dove trovare quello che ci serve, senza passare dalla pratica delle domande. Almeno, così sostengono alcune teorie applicate o pratiche evolutive, nonché applicazioni mediche alternative nate da percorsi profondi attraverso numerose esperienze. Tema di cui Campi Magnetici si occuperà nelle sue pubblicazioni.

Per migliorare noi stessi e la collettività, probabilmente basterebbe fare azioni semplici, più semplici di quanto la visione comune, e condizionata, mostra.

Le risposte esistono già, e probabilmente potranno essere loro a trovare noi.

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