Giulietta e Romeo di Luigi da Porto

La novella originale che ha ispirato Shakespeare

Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti, con la loro pietosa morte, intervenuta già nella città di Verona. Nel tempo del Signor Bartolomeo dalla Scala

Una delle storie più universali e famose al mondo è senza dubbio quella di Giulietta e Romeo, nota per la sua versione shakesperiana. Non è molto nota, invece, la vera fonte a cui il drammaturgo inglese si è ispirato. I percorsi storici in questo senso, individuano una matrice originaria, che sembra sia stata concepita in Italia. Anche se gli studi di indagine indicano nella novella di Matteo Bandello, che fu tradotta in francese ed inglese, la fonte da cui Shakespeare poté attingere l’ispirazione, si sa che Bandello, a sua volta, attinse dalla novella scritta da Luigi Da Porto a Vicenza intorno al 1524. Chi è stato, dunque, Luigi Da Porto, e quali sono state le vicende e il nucleo creativo che hanno portato alla stesura della novella?

Luigi Da Porto, nacque a Vicenza il 10 agosto del 1485, in una nobile famiglia, da Bernardino Da Porto e da Elisabetta Savorgnan. Ebbe due fratelli e due sorelle. Rimase orfano di padre da bambino e fu affidato, insieme con il fratello Bernardino, al nonno paterno Gabriele, il quale morì non molti anni dopo. Per completare la sua istruzione ed educazione, fu trasferito ad Urbino, presso la corte federiciana: i Da Porto erano imparentati con la famiglia di Elisabetta Gonzaga, duchessa di Urbino. Il giovane Da Porto poté, così, usufruire agiatamente del proprio apprendistato a corte.

Nel 1505 fece ritorno a Vicenza per rifugiarsi dalla peste, che aveva colpito anche Urbino. A Vicenza, sappiamo che iniziò a frequentare un circolo dove si incontravano tutti i nomi di spicco della cultura e nobiltà cittadina. Nel 1508, Francia, Impero e Papato crearono un’alleanza contro il grande potere di Venezia in Italia. Ne scaturì una guerra, che per alcuni anni coinvolse il Veneto e i dintorni. Da Porto ne fu testimone prima e partecipe direttamente dopo. Prese parte in prima persona a tre importanti battaglie della guerra. L’ultima pose fine alla sua carriera militare, a causa di una grave ferita alla gola che lo portò in fin di vita.

La produzione letteraria

L’attività letteraria di Luigi Da Porto, sembra essersi svolta principalmente negli anni successivi al ferimento in guerra e al ritorno a Vicenza. Esistono fonti che gli attribuiscono una ricca produzione, ma in realtà, ci sono pervenute solo le raccolte delle Lettere storiche, dei versi, e la novella di Giulietta e Romeo, pubblicata col titolo originale di Historia novellamente ritrovata dei due nobili amanti, con la loro pietosa morte intervenuta già nella città di Verona nel tempo del signor Bartolomeo della Scala.

La novella di Giulietta e Romeo

La novella fu composta probabilmente intorno al 1524. La prima edizione veneziana non è datata, ma si pensa risalga al 1530–31. Questa versione si differenzia da quella riedita nel 1535, che sarà poi la versione definitiva. Da Porto la riscrisse prima di morire, e questa seconda stesura della novella appare più breve e succinta, più concisa della prima, rifinita in ciò che poteva rallentare il ritmo narrativo, scevra da orpelli descrittivi che all’autore sembravano appesantire la lettura, caratterizzata da movimenti narrativi veloci e da sequenze incalzanti in crescendo, fino al climax che tutto risolve.

La storia è ambientata nella Verona di Bartolomeo Della Scala, 1301 – 1304. Tuttavia rimane assai sospesa la storicità della vicenda. Risulta che Luigi Da Porto abbia detto di averne ascoltato il racconto da un suo soldato, durante una cavalcata in Friuli. Secondo alcuni studiosi, invece, questo potrebbe rappresentare un artificio narrativo che nasconderebbe un ricordo autobiografico, in riferimento ad un amore contrastato durante il periodo della sua permanenza in Friuli. Più precisamente, il suo amore con Lucina Savorgnan, nel contesto delle faide tra famiglie nobili in Friuli. È anche vero che il tema dell’amore contrastato e della morte degli amanti è molto diffuso nella letteratura di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Per questo motivo, la critica ha indicato una serie di possibili fonti della letteratura storica, tra cui: Priamo e Tisbe delle Metamorfosi ovidiane, la novella IV del Decameròn, il Dittamondo di Fazio degli Uberti, la novella di Ganozza e Mariotto (la XXXIII) di Masuccio Salernitano, la Historietta amorosa che fu attribuita all’Alberti, in Paolo e Daria amanti di Gaspare Visconti.

Importante puntualizzare che il tema della storia fu poi ripreso da Matteo Bandello, amico di Da Porto, in una novella stampata nel 1554, ma composta a Verona tra il 1531 e il 1536, che venne riadattata e tradotta in francese e inglese, versioni da cui gli studiosi indicano la fonte a cui si è ispirato Shakespeare. Quindi Da Porto, attraverso Bandello, fino ad arrivare a Shakespeare.

Un’altra fonte accertata e molto diretta per la stesura di Giulietta e Romeo, risulta essere la novella XXXIII del Novellino, di Masuccio Salernitano, stampata nel 1476, e ambientata a Siena.

Sul piano storico, i nomi delle due famiglie coinvolte, si riferiscono a famiglie già note nel Trecento, tanto che anche Dante le inserisce nella sua Commedia, nel canto VI del Purgatorio. Solo i Montecchi, però, erano originari di Verona. Diversamente, i Capuleti, che in realtà si chiamavano Cappelletti, provenivano da Brescia. Nelle cronache non appaiono notizie di lotte tra Cappelletti e Montecchi. Invece, si hanno informazioni sul fatto che i Montecchi hanno intrapreso per molto tempo una lotta sanguinosa contro i guelfi e contro una famiglia in particolare, quella dei Sambonifacio.

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